Научная статья на тему 'Рукописи из библиотеки Феодора Газы и источники его перевода "De animalibus" Аристотеля'

Рукописи из библиотеки Феодора Газы и источники его перевода "De animalibus" Аристотеля Текст научной статьи по специальности «История и археология»

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Ключевые слова
ГРЕЧЕСКИЕ РУКОПИСИ В ИТАЛИИ XV-XVI ВВ. / GREEK MANUSCRIPTS IN RENAISSANCE ITALY / ВИЗАНТИЙСКИЕ ГУМАНИСТЫ / BYZANTINE HUMANISTS / ФЕОДОР ГАЗА / THEODORE GAZA / ДИМИТРИЙ ХАЛКОКОНДИЛ / ЗООЛОГИЧЕСКИЕ ТРАКТАТЫ АРИСТОТЕЛЯ / ARISTOTLE'S ZOOLOGICAL TREATISES / ПЕРЕВОДЫ С ГРЕЧЕСКОГО НА ЛАТЫНЬ В XIII-XV ВВ. / 13TH TO 15THCENTURY TRANSLATIONS FROM GREEK INTO LATIN / ИСТОРИЯ ЕСТЕСТВЕННОНАУЧНОЙ ТЕРМИНОЛОГИИ / HISTORY OF TERMINOLOGY IN NATURAL SCIENCE / ПЛИНИЙ СТАРШИЙ / PLINY THE ELDER / АВЛ КОРНЕЛИЙ ЦЕЛЬС / AULUS CORNELIUS CELSUS / DEMETRIOS CHALKOKONDYLES

Аннотация научной статьи по истории и археологии, автор научной работы — Воробьев Г.М.

Una delle traduzioni più significative eseguite dall’umanista bizantino Teodoro Gaza è la sua versione latina dei tre trattati zoologici di Aristotele, riuniti tradizionalmente sotto il titolo De animalibus. Gaza cominciò il lavoro su questa latinizzazione nel 1454 ma la versione fu finita solo negli anni 1470 e vide le stampe per la prima volta nel 1476. Se ci domandiamo, quali fossero state le fonti usate da Gaza per la traduzione, dobbiamo innanzitutto ribadire il fatto, notato già dal Poliziano, che Gaza seguì in molti casi la latinizzazione precedente dello stesso testo, fatta da Giorgio Trapezunzio, benché l’avesse criticata bruscamente nella prefazione alla versione sua, evidenziandone la bassa qualità del latino e la lontananza dai nuovi standard filologici e linguistici. E’ stato ipotizzato recentemente che Teodoro avesse usato pure le latinizzazioni duecentesche ma, comunque, per lui, intento a stendere un testo sulla zoologia in un latino classico ed elegante, privo di ogni traccia della barbarie medievale non solo nella sintassi, ma anche nel lessico, la fonte principale era stata la Storia naturale di Plinio, la cui editio princeps del 1470 Gaza stesso curò insieme a Giovanni Andrea Bussi. Tuttavia, non tutti i termini aristotelici trovavano equivalenti sicuri e precisi nel testo pliniano, per cui l’umanista si sentiva costretto a cercare altre auctoritates su cui appoggiarsi. L’indagine sulle fonti latine di Gaza può essere condotta in due maniere: la prima, tradizionale, consiste nella mera analisi filologica del testo della traduzione (e questo lavoro è ora in corso); la seconda, invece, è la ricerca dei materiali manoscritti, usati da Gaza per la preparazione della sua versione. Sembrano, infatti, non impossibili eventuali nuove identificazioni di codici appartenuti al dotto bizantino, poiché è solo nel 2012 che è stata descritta nella sua complessità la gamma dei registri grafici, impiegati da Gaza per scopi diversi, in particolar modo la sua mano corsiva ( David Speranzi. «De’ libri che furono di Teodoro»: una mano, due pratiche e una biblioteca scomparsa, in «Medioevo e rinascimento» 23 (2012). P. 319-354). Si è pensato dunque di poter eventualmente rinvenire qualche codice con le glosse di Gaza, usato da lui durante il lavoro sulla traduzione. Lo studio di più di due decine di codici tematicamente vicini al De animalibus, provenienti dalla biblioteca del cardinale Bessarione, la quale doveva essere stata a disposizione di Gaza, ci ha fatto constatare l’assenza in essi delle tracce della mano di Teodoro. Un simile risultato si lascia ipotizzare per i codici di un’altra collezione libraria che doveva essere stata accessibile per Gaza per un significativo periodo di tempo, cioè della biblioteca napoletana dei re d’Aragona. E’ che la maggior parte dei codici, a giudicare dal catalogo dei manoscritti già di questa biblioteca, pubblicato da Tammaro De Marinis (La biblioteca napoletana dei re d’Aragona. 4 voll. Milano, 1952-1957), rappresentavano manufatti librari di lusso, che, facendo parte della biblioteca reale, non si prestavano affatto all’inserzione delle postille da parte di un umanista. Più importanti però delle grandi biblioteche accessibili per Gaza, sarebbero per noi i libri appartenuti a lui stesso. Se cerchiamo di raccogliere le scarse nozioni sulla fortuna dei suoi manoscritti, dobbiamo menzionare: a) alcuni codici regalati da Gaza ad Armonio Ateniese, parzialmente passati poi a Lauro Quirini, i cui manoscritti si trovano ora soprattutto a Firenze ( Papanicolaou M. Αρμόνιος  ’Αθηναος: bibliofilo e copista, maestro di greco e diplomatico, in «Bollettino della badia greca di Grottaferrata» 52 (1998). P. 283-301: P. 284, 290); b) alcuni codici di Gaza capitati tra le mani di Alessio Celadeno ( Speranzi D. «De’ libri che furono di Teodoro» … P. 352-354). Ci saranno state comunque anche altre vie di dispersione della sua biblioteca, ma ciò che si sa di sicuro grazie al pervenuto testamento di Gaza è la sua ultima volontà che, per quanto riguarda i libri, considerava due umanisti: lasciava due codici ad Andronico Callistos e il resto a Demetrio Calcondila. Sembra però che in realtà Calcondila abbia ricevuto solo una piccola porzione della biblioteca di Teodoro, mentre la maggior parte dei libri gazei siano capitati nella biblioteca privata di Lorenzo de’ Medici. Le tracce del lavoro di Gaza sulla traduzione potrebbero dunque venire a galla nei codici laurenziani. Comunque, vanno controllati anche i codici appartenuti a Calcondila. I loro destini sono studiati poco. Trentadue codici suoi sarebbero stati comperati negli anni 1520 dall’umanista cremonese Daniele Caetani, che in una sua lettera accenna a questo acquisto di libri, «olim Theodori Gazae mox Demetrii Chalcondylii» ( Arisi F. Cremona literata, seu in Cremonenses doctrinis, et literariis dignitatibus eminentiores chronologicae adnotationes. Vol. 1. Parmae, 1702. P. 388). Per ora se ne conosce un codice solo, il Corsin. 36.E.26. Più importante, il nucleo principale della biblioteca di Calcondila fu legato a suo genero Aulo Giano Parrasio, i cui libri, a loro volta, finirono nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Non esiste però alcun «fondo calcondiliano» in quella sede. In ogni caso, quanto ai manoscritti appartenuti a Gaza e poi a Calcondila, concernenti in qualche modo il De animalibus, si conosce per ora un codice solo, il Riccardiano 13. Infatti, contiene alcuni trattati aristotelici, tra cui l’ Historia animalium e il De generatione animalium e reca, a parte le postille di Calcondila, quelle della mano di Gaza. Il codice, vergato da Manuel «allievo di Costantino Lascaris» nei primissimi anni 1470, è stato minuziosamente descritto da David Speranzi ( Speranzi D. Identificazioni di mani nei manoscritti greci della Biblioteca Riccardiana, in «La descrizione dei manoscritti. Esperienze a confronto». Cassino, 2010. P. 177-202: P. 189-198). Attribuisce la postilla sul margine del f. 2r (un recupero del frammento saltato nel codice, 487b14-15 dell’ Historia animalium ), al pugno di Gaza, ed è l’unica traccia della sua scrittura greca nel codice. Nella scheda del manoscritto, fatta dallo stesso studioso fiorentino per la database Manus online, si accenna inoltre che a Gaza «si devono anche le note latine in rosso alle cc. 7v-8r e altri saltuari interventi analoghi». Ci è apparsa molto interessante l’informazione sulla presenza delle glosse latine di Gaza nel codice con le opere zoologiche d’Aristotele e ci siamo messi ad esplorarle. La scrittura latina di queste note ci sembra assai lontana dai campioni conosciuti dalle lettere autografe di Gaza, ma l’attribuzione di Speranzi sembra attendibile: non è improbabile, infatti, che l’umanista bizantino abbia usato dei registri ben diversi tra di loro nella sua scrittura latina, così come lo soleva fare con il greco. Le glosse sono sette (cf. tavola). Non è chiaro perché avesse lasciato solo una correzione greca e solo sette glosse latine in un testo vasto com’è: queste postille si trovano nei posti più diversi del codice, dal primo libro dell’ Historia animalium al terzo del De generatione animalium. Comunque, tutte e sette le glosse latine di Gaza coincidono con le parole usate nella sua traduzione nei rispettivi posti del testo aristotelico. Sei di queste sette parole sono verosimilmente dei prestiti dal testo pliniano, mentre la parola scortum utilizzata da Gaza per il greco σχέα, «scroto» (glossa sul f. 115v, 719b5), non si trova nella Storia naturale. Ora, in questa accezione anatomica la parola si incontra solo nel De medicina di Celso. Va però notato che la tradizione manoscritta di quest’ultimo testo ci ha tramandato la lettura con metatesi, scrotum, a parte un solo codice, il Laur. Plut. 73.1, che legge, appunto, scortum. O Gaza aveva tra le mani il Laur. Plut. 73.1 o, più probabilmente, fece uso di qualche altro codice di Celso, in cui lesse scrotum ma lo considerò errore di tradizione e lo corresse, siccome conosceva bene la forma scortum dal suo uso classico nelle altre accezioni. Vesalio testimonia la coesistenza delle due forme e comunica che sono quelli che «se latinius loqui existimant» a impiegare la variante scortum ( Vesalius A. De humani corporis fabrica libri septem. Basileae, 1543. P. 521). Sappiamo però che alla fine «vinse» nella terminologia scientifica la forma scrotum, ovviamente perché l’uso di quest’ultima era invalso nel discorso medico latino ancora prima della «correzione» di Gaza. Adesso stiamo procedendo con la ricerca delle fonti cui Gaza potesse aver attinto. Quanto ai suoi materiali preparatori, il Ricc. 13 rimane per ora l’unico testimonio autografo del suo lavoro sul De animalibus. Speriamo che gli eventuali ritrovamenti dei codici appartenuti a Gaza aiutino nel prossimo futuro a rinvenire nuove, più significative, tracce della sua attività di traduttore.

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Manuscripts of Theodore Gaza’s library and the sources of his translation of Aristotle’s "De animalibus"

Una delle traduzioni più significative eseguite dall’umanista bizantino Teodoro Gaza è la sua versione latina dei tre trattati zoologici di Aristotele, riuniti tradizionalmente sotto il titolo De animalibus. Gaza cominciò il lavoro su questa latinizzazione nel 1454 ma la versione fu finita solo negli anni 1470 e vide le stampe per la prima volta nel 1476. Se ci domandiamo, quali fossero state le fonti usate da Gaza per la traduzione, dobbiamo innanzitutto ribadire il fatto, notato già dal Poliziano, che Gaza seguì in molti casi la latinizzazione precedente dello stesso testo, fatta da Giorgio Trapezunzio, benché l’avesse criticata bruscamente nella prefazione alla versione sua, evidenziandone la bassa qualità del latino e la lontananza dai nuovi standard filologici e linguistici. E’ stato ipotizzato recentemente che Teodoro avesse usato pure le latinizzazioni duecentesche ma, comunque, per lui, intento a stendere un testo sulla zoologia in un latino classico ed elegante, privo di ogni traccia della barbarie medievale non solo nella sintassi, ma anche nel lessico, la fonte principale era stata la Storia naturale di Plinio, la cui editio princeps del 1470 Gaza stesso curò insieme a Giovanni Andrea Bussi. Tuttavia, non tutti i termini aristotelici trovavano equivalenti sicuri e precisi nel testo pliniano, per cui l’umanista si sentiva costretto a cercare altre auctoritates su cui appoggiarsi. L’indagine sulle fonti latine di Gaza può essere condotta in due maniere: la prima, tradizionale, consiste nella mera analisi filologica del testo della traduzione (e questo lavoro è ora in corso); la seconda, invece, è la ricerca dei materiali manoscritti, usati da Gaza per la preparazione della sua versione. Sembrano, infatti, non impossibili eventuali nuove identificazioni di codici appartenuti al dotto bizantino, poiché è solo nel 2012 che è stata descritta nella sua complessità la gamma dei registri grafici, impiegati da Gaza per scopi diversi, in particolar modo la sua mano corsiva ( David Speranzi. «De’ libri che furono di Teodoro»: una mano, due pratiche e una biblioteca scomparsa, in «Medioevo e rinascimento» 23 (2012). P. 319-354). Si è pensato dunque di poter eventualmente rinvenire qualche codice con le glosse di Gaza, usato da lui durante il lavoro sulla traduzione. Lo studio di più di due decine di codici tematicamente vicini al De animalibus, provenienti dalla biblioteca del cardinale Bessarione, la quale doveva essere stata a disposizione di Gaza, ci ha fatto constatare l’assenza in essi delle tracce della mano di Teodoro. Un simile risultato si lascia ipotizzare per i codici di un’altra collezione libraria che doveva essere stata accessibile per Gaza per un significativo periodo di tempo, cioè della biblioteca napoletana dei re d’Aragona. E’ che la maggior parte dei codici, a giudicare dal catalogo dei manoscritti già di questa biblioteca, pubblicato da Tammaro De Marinis (La biblioteca napoletana dei re d’Aragona. 4 voll. Milano, 1952-1957), rappresentavano manufatti librari di lusso, che, facendo parte della biblioteca reale, non si prestavano affatto all’inserzione delle postille da parte di un umanista. Più importanti però delle grandi biblioteche accessibili per Gaza, sarebbero per noi i libri appartenuti a lui stesso. Se cerchiamo di raccogliere le scarse nozioni sulla fortuna dei suoi manoscritti, dobbiamo menzionare: a) alcuni codici regalati da Gaza ad Armonio Ateniese, parzialmente passati poi a Lauro Quirini, i cui manoscritti si trovano ora soprattutto a Firenze ( Papanicolaou M. Αρμόνιος  ’Αθηναος: bibliofilo e copista, maestro di greco e diplomatico, in «Bollettino della badia greca di Grottaferrata» 52 (1998). P. 283-301: P. 284, 290); b) alcuni codici di Gaza capitati tra le mani di Alessio Celadeno ( Speranzi D. «De’ libri che furono di Teodoro» … P. 352-354). Ci saranno state comunque anche altre vie di dispersione della sua biblioteca, ma ciò che si sa di sicuro grazie al pervenuto testamento di Gaza è la sua ultima volontà che, per quanto riguarda i libri, considerava due umanisti: lasciava due codici ad Andronico Callistos e il resto a Demetrio Calcondila. Sembra però che in realtà Calcondila abbia ricevuto solo una piccola porzione della biblioteca di Teodoro, mentre la maggior parte dei libri gazei siano capitati nella biblioteca privata di Lorenzo de’ Medici. Le tracce del lavoro di Gaza sulla traduzione potrebbero dunque venire a galla nei codici laurenziani. Comunque, vanno controllati anche i codici appartenuti a Calcondila. I loro destini sono studiati poco. Trentadue codici suoi sarebbero stati comperati negli anni 1520 dall’umanista cremonese Daniele Caetani, che in una sua lettera accenna a questo acquisto di libri, «olim Theodori Gazae mox Demetrii Chalcondylii» ( Arisi F. Cremona literata, seu in Cremonenses doctrinis, et literariis dignitatibus eminentiores chronologicae adnotationes. Vol. 1. Parmae, 1702. P. 388). Per ora se ne conosce un codice solo, il Corsin. 36.E.26. Più importante, il nucleo principale della biblioteca di Calcondila fu legato a suo genero Aulo Giano Parrasio, i cui libri, a loro volta, finirono nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Non esiste però alcun «fondo calcondiliano» in quella sede. In ogni caso, quanto ai manoscritti appartenuti a Gaza e poi a Calcondila, concernenti in qualche modo il De animalibus, si conosce per ora un codice solo, il Riccardiano 13. Infatti, contiene alcuni trattati aristotelici, tra cui l’ Historia animalium e il De generatione animalium e reca, a parte le postille di Calcondila, quelle della mano di Gaza. Il codice, vergato da Manuel «allievo di Costantino Lascaris» nei primissimi anni 1470, è stato minuziosamente descritto da David Speranzi ( Speranzi D. Identificazioni di mani nei manoscritti greci della Biblioteca Riccardiana, in «La descrizione dei manoscritti. Esperienze a confronto». Cassino, 2010. P. 177-202: P. 189-198). Attribuisce la postilla sul margine del f. 2r (un recupero del frammento saltato nel codice, 487b14-15 dell’ Historia animalium ), al pugno di Gaza, ed è l’unica traccia della sua scrittura greca nel codice. Nella scheda del manoscritto, fatta dallo stesso studioso fiorentino per la database Manus online, si accenna inoltre che a Gaza «si devono anche le note latine in rosso alle cc. 7v-8r e altri saltuari interventi analoghi». Ci è apparsa molto interessante l’informazione sulla presenza delle glosse latine di Gaza nel codice con le opere zoologiche d’Aristotele e ci siamo messi ad esplorarle. La scrittura latina di queste note ci sembra assai lontana dai campioni conosciuti dalle lettere autografe di Gaza, ma l’attribuzione di Speranzi sembra attendibile: non è improbabile, infatti, che l’umanista bizantino abbia usato dei registri ben diversi tra di loro nella sua scrittura latina, così come lo soleva fare con il greco. Le glosse sono sette (cf. tavola). Non è chiaro perché avesse lasciato solo una correzione greca e solo sette glosse latine in un testo vasto com’è: queste postille si trovano nei posti più diversi del codice, dal primo libro dell’ Historia animalium al terzo del De generatione animalium. Comunque, tutte e sette le glosse latine di Gaza coincidono con le parole usate nella sua traduzione nei rispettivi posti del testo aristotelico. Sei di queste sette parole sono verosimilmente dei prestiti dal testo pliniano, mentre la parola scortum utilizzata da Gaza per il greco σχέα, «scroto» (glossa sul f. 115v, 719b5), non si trova nella Storia naturale. Ora, in questa accezione anatomica la parola si incontra solo nel De medicina di Celso. Va però notato che la tradizione manoscritta di quest’ultimo testo ci ha tramandato la lettura con metatesi, scrotum, a parte un solo codice, il Laur. Plut. 73.1, che legge, appunto, scortum. O Gaza aveva tra le mani il Laur. Plut. 73.1 o, più probabilmente, fece uso di qualche altro codice di Celso, in cui lesse scrotum ma lo considerò errore di tradizione e lo corresse, siccome conosceva bene la forma scortum dal suo uso classico nelle altre accezioni. Vesalio testimonia la coesistenza delle due forme e comunica che sono quelli che «se latinius loqui existimant» a impiegare la variante scortum ( Vesalius A. De humani corporis fabrica libri septem. Basileae, 1543. P. 521). Sappiamo però che alla fine «vinse» nella terminologia scientifica la forma scrotum, ovviamente perché l’uso di quest’ultima era invalso nel discorso medico latino ancora prima della «correzione» di Gaza. Adesso stiamo procedendo con la ricerca delle fonti cui Gaza potesse aver attinto. Quanto ai suoi materiali preparatori, il Ricc. 13 rimane per ora l’unico testimonio autografo del suo lavoro sul De animalibus. Speriamo che gli eventuali ritrovamenti dei codici appartenuti a Gaza aiutino nel prossimo futuro a rinvenire nuove, più significative, tracce della sua attività di traduttore.

Текст научной работы на тему «Рукописи из библиотеки Феодора Газы и источники его перевода "De animalibus" Аристотеля»

Г.М. ВОРОБЬЕВ

РУКОПИСИ ИЗ БИБЛИОТЕКИ ФЕОДОРА ГАЗЫ И ИСТОЧНИКИ ЕГО ПЕРЕВОДА «DE ANIMALIBUS» АРИСТОТЕЛЯ

Деятельность жившего в Италии византийского гуманиста Феодора Газы (1400/1410-1475/1476) связана с самыми разными учеными занятиями, от переписывания рукописей до университетского преподавания. Среди прочего Газа известен как переводчик с греческого на латынь и с латыни на греческий. Один из его важнейших переводов — латинская версия аристотелевских трактатов «Historia animalium», «De generatione animalium» и «De partibus animalium», традиционно объединяемых под общим названием «De animalibus». Газа взялся за этот перевод в 1454 г.. а завершил его лишь в начале 1470-х гг.1 Перевод был впервые издан в 1476 г.2

Какими латинскими источниками Газа пользовался при создании своей версии «De animalibus»? Во-первых, он обращался к уже существовавшим латинским переводам: Михаила Скота (перевод с арабского, 1210-е гг.), Вильгельма из Мербеке (с греческого, 1260-е гг.) и Георгия Трапезундского (с греческого, нач. 1450-х гг.). Перевод Георгия Трапе-зундского, предназначавшийся для библиотеки папы Николая V, был раскритикован, и новый вариант заказали Газе. Еще Анджело Полициано

1 Относительно датировки перевода высказывались разные точки зрения; мы следуем наиболее новой, изложенной в: Monfasani J. The Pseudo-Aristotelian Problemata and Aristotle's De Animalibus in the Renaissance // Natural Particulars. Nature and the Disciplines in Renaissance Europe. Cambridge [Mass.]; London, 1999. P. 79-121: P. 88.

2 Aristoteles. De animalibus interprete Theodora Gaza. Venetiis, Iohannes de Colonia et Iohannes Manthen, 1476 (GW 2350).

О Воробьев Г. M, 2015

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(1454-1494) сравнивал версии Газы и Георгия Трапезундского и пришел к выводу, что первый пользовался переводческими находками второго. При этом в предисловии к «De animalibus» Газа резко критиковал предыдущие переводы, обвинял предшественников (подразумевая, в первую очередь, своего непосредственного конкурента Георгия Трапезундского) в плохом знании греческого и в непонимании аристотелевской науки, а также в крайне низком качестве их латыни и сообщал, что поэтому ничего полезного в предыдущих переводах почерпнуть не смог3. Полици-ано же писал: «тот, кто прочтет внимательно эти книги, конечно, станет меньше хвалить Газу, который практически идет по его (Георгия. — Г. В.) следам»4. Эудженио Гарен подтверждал обвинения Полициано и отмечал, что Газа пользовался переводом предшественника, лишь придавая заимствованиям стилистическое изящество5. Исследователь арабской и латинской рецепции Аристотеля Хендрик Дроссарт Люлофс также выдвигал предположение, что Газа пользовался предыдущими переводами, в первую очередь текстом Михаила Скота6. Что касается версии Вильгельма из Мербеке, то на нее во многом опирался Георгий Трапезундский, поэтому отличить в переводе Газы заимствования из Вильгельма от заимствований из Георгия нелегко.

Как бы то ни было, важнейшим источником Газы, по-видимому, была «Естественная история» Плиния, editio princeps которой Газа вместе с Джованни Андреа Бусси подготовил в 1470 г. Гуманистический переводческий принцип Газы состоял в том, чтобы создавать текст на приятной для чтения классической латыни, без следов средневекового языка и с максимально возможной опорой на античные auctoritates. «Естественная история» прекрасно подходила для этой цели, однако у Плиния Газа

3 Ibid. F. 3v.

4 «Hos igitur si quis libros diligenter legerit, minus prefecto Gazam laudabit, pene illius vestigiis insistentem» (Poliziano A. Opera omnia / a cura di I. Maier. Tormo, 1971. Vol. 1. P. 303). Впрочем, позже Полициано дает и лестные отзывы о переводах Газы в письме к Джованни Понтано от 8 мая 1493 г. (MarteUi М. II libro delle epistolediA. Poliziano // Interpres. 1978. Vol. l.P 184-255: P. 211), а также во второй центурии «Miscellanea», где перевод Газы подан в качестве примера для подражания (Poliziano A. Miscellaneorum centuria secunda. Firenze, 1978. Р. 63, 82-83: см. также: Branca V. Poliziano е rumanesimo della parola. Tormo, 1983. P. 286).

5 Garin E. Le traduzioni umanistiche di Aristotele nel secolo XV // Atti dell'Accademia florentina di scienze morali La Colon/baria. 1951. Vol. 16 (1947-1950). P. 55-104: P. 67-68.

6 «...Pluribus codicibus (et, ut puto, versionibus, imprimis Scotiana) nititur» (Aristóteles. De generatione animalium / ed. H. J. Drossaart Lulofs. Oxford, 1965. P. XXVI).

не всегда находил нужные слова, а варианты предыдущих переводчиков «De animalibus» часто казались ему неприемлемыми. Где же в таких случаях он брал латинские эквиваленты для передачи аристотелевских терминов?

Искать другие латинские источники Газы нужно, разумеется, исследуя сам текст перевода: эта работа ведется нами в данный момент. Есть, однако, и другой способ, позволяющий проникнуть непосредственно в филологическую «лабораторию» Феодора. Речь идет о поиске каких-либо подготовительных материалов переводчика. Разумеется, отыскать такие документы сложно, но в случае удачи можно рассчитывать на получение весьма ценных сведений: нахождение черновиков, рабочих глоссариев, латинских или греческих рукописей с пометами Газы было бы чрезвычайно полезно.

Шансы найти подобные материалы есть, поскольку курсивное греческое письмо Газы, то письмо, которое он использовал в маргиналиях, не было идентифицировано вплоть до последнего времени. Только в 2012 г. итальянский палеограф Давид Сперанци систематически описал широкий спектр регистров греческого письма, которыми Газа пользовался в разных случаях, от создания дорогих кодексов до беглых маргинальных записей7.

Известен целый ряд рукописей, где уже найдены курсивные пометы Газы, но теперь, имея в своем распоряжении комплект образцов письма, приведенный Сперанци, мы можем рассчитывать на новые успехи в поиске следов руки Газы. В первую очередь нас интересуют пометы в тех рукописях, которые он мог использовать при работе над переводом «De animalibus».

Где можно найти эти рукописи? Разумеется, Газа мог глоссировать чужие книги, которые на короткое время оказывались в его руках, однако искать такие кодексы крайне затруднительно, учитывая масштаб циркуляции книг в гуманистической среде и количество связей Газы. Поэтому представляется более продуктивным поиск рукописей из тех собраний, к которым у Газы должен был быть доступ в течение продолжительного времени. Это библиотека кардинала Виссариона в Риме, в чей гуманистический кружок Газа входил в 1450-1455 гг. и с которым поддерживал отношения в дальнейшем, и неаполитанская библиотека арагонских королей, при дворе которых он жил с 1455 по 1462 г.

Что касается гипотетических источников перевода Газы в библиотеке Виссариона (она, как известно, составила основной фонд венецианской

7 Spercmzi D. «De' libri che furono di Teodoro»: una mano, due pratiche e una biblioteca scomparsa //Medioevo e rinascimento. 2012. Vol. 23. P. 319-354.

Библиотеки святого Марка), предпринятое нами обследование более чем двух десятков рукописей, которые тематически могли бы оказаться источниками перевода Газы, не принесло результатов: никаких следов, указывающих на их использование Феодором, не обнаружилось. Библиотека неаполитанских королей подверглась рассеянию (в настоящее время рукописи в основном находятся во Франции и Испании), но в большой степени ее состав был восстановлен в четырехтомном труде Таммаро Де Мариниса8. Описаний и фотовоспроизведений, опубликованных в этом каталоге, достаточно, чтобы предположить, что рабочих помет Газы в рукописях королевской библиотеки, скорее всего, нет. Дело в том, что основную часть книг из библиотеки Альфонса и Фердинанда Арагонских составляли роскошные кодексы, часто изготовленные специально для двора. Именно в силу того что это были книги «представительского класса», их поля не могли использоваться для черновых записей ученого. Так что, видимо, если Газа и имел доступ к королевской библиотеке, то оставлять пометы в книгах ему не разрешалось.

Как бы то ни было, следы филологической работы Газы надо искать в первую очередь в рукописях, которые принадлежали ему самому. Сложно сказать, где находилось физически собрание его книг, возил ли он их с собой при переездах между Римом, Неаполем и монастырем Сан-Джованни а Пиро, где жил с несколькими перерывами с 1463 г. до смерти. О судьбе книг Газы можно с трудом собрать немногочисленные разрозненные данные. Мы знаем, что он подарил малоизвестному персонажу Гармонию Афинскому ряд своих книг, а от Гармония они попали частично к гуманисту Лауро Квирини, чьи рукописи сейчас в основном находятся во Флоренции9. Идентифицировано на данный момент только три таких кодекса Газы, но, вероятно, их было больше. Кроме того, Давид Сперанци показал, что часть рукописей Газы попала к гуманисту и переписчику греческих рукописей Алессио Челадено: пока известно три таких кодекса10. Не исключено, что в ходе дальнейших исследований обнаружатся и другие персонажи, к которым попали книги ученого грека.

Что же касается последней воли Газы в отношении собственной библиотеки, то благодаря сохранившемуся завещанию известно, что две

8 DeMarinis T. La biblioteca napoletana dei re d'Aragona : 4 voll. Milano, 19521957.

9 Cm.: Papanicolaou M. Ap¡xoio<; ó A0r|vaTo<;: bibliófilo e copista, maestro di greco e diplomático // Bollettino della badia greca di Grottaferrata. 1998. No 52. P. 283-301: P. 284,290.

10 SperanziD. «De' libri che furono di Teodoro» . P. 352-354.

рукописи он предназначал своему родственнику гуманисту Андронику Каллисту (не исключено, что он и прежде дарил ему какие-то книги), а все остальные — другому гуманисту, преподавателю греческой словесности Димитрию Халкокондилу11. Однако надо полагать, что на деле Халко-кондилу досталась совсем небольшая часть книг Феодора, а основная их масса попала в личную библиотеку Лоренцо Медичи12, т. е. следы работы Газы над переводом «De animalibus» могут обнаружиться во флорентийской Лауренцианской библиотеке. Мы надеемся предпринять их поиски в ближайшем будущем. Тем временем обратимся к немногим кодексам, принадлежавшим Халкокондилу, в которых есть следы руки Газы.

Судьба рукописей Димитрия известна лишь частично. В 1520-е гг. кре-монский гуманист Даниеле Каетани сообщал в одном из своих писем, что приобрел 32 книги, принадлежавшие Халкокондилу, а прежде Феодору Газе13. Сейчас известен лишь один из этих трех десятков кодексов, нынешний римский Corsiníanus 36.Е.26, содержащий несколько медицинских трактатов и переписанный, по мнению Марии Луизы Агати, кем-то из окружения Газы14. Где сейчас находится еще 31 рукопись Халкокондила/ Каетани, неясно. В кремонской Biblioteca governativa хранятся четыре кодекса, которые теоретически могли бы быть остатками собрания Каетани, но, скорее всего, его книги разошлись по другим библиотекам.

Основная же часть книжного собрания Халкокондила перешла, видимо, к его зятю, гуманисту Ауло Джано Парразио. Рукописи этого по-

11 Dorez L. Un document sur la bibliotheque de Theodore Gaza // Revue des bibliotheques. 1893. Vol. 3. P. 385-390.

12 Воробьев Г. M. Из рукописного наследия Димитрия Халкокондила. Глоссы к тексту «Истории животных» Аристотеля в рукописи Vat. Urb. gr. 39 // Spicilegium Byzantino-Rossicum : Сб. статей к 80-летию члена-корреспондента РАН И. П. Медведева / под ред. Л. А. Герд. М., 2015. С. 59-65: С. 59.

13 «Ingentem Graecorum librorum supellectilem comparavimus, omnes sunt eruditissimi, et antiquissimi, olim Theodori Gazae mox Demetrii Chalcondylii, demum in nostras manus transiere. Numero sunt dúo et triginta volumina» (текст письма известен по изданию: Arisi F. Cremona literata, seu in Cremonenses doctrinis, et literariis dignitatibus eminentiores chronologicae adnotationes. Parmae, 1702. Vol. 1. P. 388).

14 Agati M. L. Catalogo dei manoscritti greci della Biblioteca delPAccademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana. Roma, 2007. P. 130. Рукопись снабжена владельческой записью Каетани. Впрочем, не вполне понятно, на каком основании автор каталога делает вывод о создании рукописи в окружении Феодора. Газа проявлял большой интерес к медицине, но этого недостаточно для подобного утверждения. Что касается имеющихся в рукописи анонимных маргиналий, с нашей точки зрения, они не принадлежат руке Газы или Халкокондила.

следнего в юнце концов оказались в Неаполе, в монастыре Сан-Джованни а Карбонара, откуда затем попали в Неаполитанскую национальную библиотеку15. В этом собрании нам не удалось обнаружить никакого фонда книг Халкокондила, зато по разным европейским библиотекам рассеяно довольно много отдельных рукописей различного происхождения с его глоссами. Среди них совсем мало таких, в которых с его пометами соседствовали бы пометы Газы16, и из этих рукописей лишь флорентийский кодекс Riccardianus 13 связан с переводом «De animalibus». Рукопись содержит греческий текст сочинений Аристотеля «Historia animalium», «De generatione animalium», «De longitudine et brevitate vitae», «De iuventute et senectute» и «De respiratione», а также псевдоаристотелевский трактат «De spiritu». Почерк переписчика идентифицировал Дитер Харлфингер, это рука писца Мануила, известного как «ученик Константина Ласкариса»17. Подробное описание кодекса сделано Давидом Сперанци18, место рукописи в традиции греческого текста «Historia animalium» изучено в фундаментальной работе Фридерике Бергер19.

Что касается маргиналий Халкокондила, то все они на греческом, а из помет Газы греческая только одна: это вставка пропущенного переписчиком фрагмента «Historia animalium» 487Ы4-15 на л. 2. Если эту греческую вставку Давид Сперанци по характеру почерка атрибутировал в упомянутом описании20, то остальные пометы Газы — все они латинские — отметил лишь в электронной базе данных рукописей «Manus online»: «а с. 2r integrazione marginale nella scrittura corsiva di Teodoro Gaza, cui si devono anche le note latine in rosso alle cc. 7v-8r e altri saltuari interventi analoghi"21. Хотя облик этих глосс значительно отличается от той латинской руки

15 Cammelli G. Demetrio Calcondila. Firenze, 1954. Р. 132 ; PetnicciA. Demetrio Calcondila // Dizionario biográfico degli italiani. Roma, 1973. Vol. 16. S. v.

16 См.: Speranzi D. \ 1) Identificazioni di maní nei manoscritti greci della Biblioteca Riccardiana // La descrizione dei manoscritti. Esperienze a confronto. Cassino, 2010. P. 177-202: P. 194-195 ; 2) «De'libri che furono di Teodoro» ... P. 348-351.

17 HatjfingerD. Die Textgeschichte der Pseudo-Aristotelischen Schrift Ilspi áxó¡.icov ypa¡4u5v. Amsterdam, 1971. S. 414. Ср.: Gamillscheg E., HarlfingerD. Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600. TeilI.A. Wien, 1981. S. 140-141 (Nr. 256 bis).

18 SperanziD. Identificazioni di mani ... P. 189-198.

19 Betger F. Die Textgeschichte der Historia Animalium des Aristoteles. Wiesbaden, 2005. S. 114-116.

20 SperanziD. Identificazioni di mani ... P. 193-194.

21 «На л. 2 маргинальное дополнение текста курсивным письмом Феодора Газы, руке которого принадлежат также латинские пометы красными чернилами на лл. 7 об.-8 и другие подобные» (URL: http://manus.iccu.sbn.it//opac_

Газы, которую мы знаем по его письмам, на атрибуцию Сперанци, как кажется, можно положиться. Действительно, нетрудно представить себе, что Газа использовал и в латыни несколько различных регистров письма, которые еще предстоит изучить и классифицировать.

Разумеется, упоминание латинских глосс Газы в описании рукописи, содержащей «Historia animalium» и «De generatione animalium», показалось крайне интересным тому, кто занимается историей создания перевода. Осмотр рукописи показал, что глосс всего семь (см. таблицу). Не вполне ясен принцип работы Газы с рукописью: почему он оставил только одно исправление греческого текста в самом начале первой тетради (см. выше), а также семь латинских переводов отдельных слов, разбросанных по всему кодексу от первой книги «Historia animalium» до третьей книги «De generatione animalium»? На данный момент можно только сказать, что нерегулярность расположения глосс характерна для Газы и в других рукописях.

Строка Аристотель tí uxaiui Скот Вильгельм из Мербеке Георгий Трапезунд-ский Феодор Газа (Ricc. 13) Плиний Старший

495Ь29 émjrA.oov sepum omentum omentum omentum (л. 7 об.) +

495Ь31 |.iEaevTÉpiov intestinum mediocre mesente-riimi mesente-rium lactes (л. 8) +

551а24 — psykhas pappilio- nes papiliones (л. 50) +

612а25 ópíyavov origanum agreste origanum origanum cunilam (л. 95 об.) +

719Ь5 óaxéav corium oskliea oschea scortum (л. 115 об.) -

750а7 KEYXPÍ? fieriz ceiikris cenchris tinnunculus (л. 141) +

750а11 KÓKKU| kokokoz cuculus cuculus cuculus (л. 141 об.) +

Таблица демонстрирует традицию перевода тех мест аристотелевского текста «Historia animalium» и «De generatione animalium», к которым относятся латинские глоссы Феодора Газы на листах флорентийского кодекса

SchedaScheda.php?ID=202010; карточка с описанием рукописи, составленная Сперанци, помечена 2012 г.).

Ricc. 13. Указан номер строки в тексте Аристотеля, чтение греческого оригинала, затем его эквивалент в четырех переводах. Варианты из перевода Газы совпадают с его глоссами в Ricc. 13. В последнем столбце указано наличие (+) / отсутствие (-) латинского слова, использованного Газой. в «Естественной истории» Плиния Старшего — его основном источнике22.

Как показал Сперанци на основании определения водяных знаков и деталей биографии переписчика, рукопись была создана в самом начале 1470-х гг.23 К этому моменту Газа вместе с Джованни Андреа Бусси уже опубликовал editio princeps «Естественной истории» Плиния и, возможно, как раз в это время дорабатывал перевод «De animalibus».

Семь глосс Газы в Ricc. 13 в точности совпадают со словами, использованными в тех же местах в его переводе. Шесть из семи слов, очевидно, заимствованы переводчиком из главного источника — Плиния, тогда как слово scortum. употребленное Газой для передачи греческого ôaysa. т. е. «мошонка» (глосса на л. 115 об., 719Ь5), у Плиния не встречается (см. таблицу). Первоначально слово scortum значило «кожа»24, затем стало использоваться для обозначения мошонки, но встречается в этом значении только в трактате Цельса «De medicina»25, причем в рукописной традиции Цельса оно дошло с метатезой: scrotum вместо scortum (форма с метатезой представлена во всех рукописях, кроме флорентийского кодекса Laur. Plut. 73.1). В научной терминологии раннего Нового времени формы scortum/ scrotum конкурировали, так что Везалий писал в XVI в.: «involucrum cutaneum testium a quibusdam scrotum vocatur, a quibusdam vero, qui se

22 Использованы следующие издания текстов. Перевод Михаила Скота: Aristoteles. De animalibus libri XIX in der Übersetzung des Michael Scotus / hrsg. von C. Hünemörder. Eichstatt, 1994. Перевод Вильгельма из Мербеке: Aristoteles. De historia animalium. Pars 1 : libri I-V. Translatio Guillelmi de Moerbeka / ed. P. Beullens et F. Bossier. Leiden ; Boston ; Köln, 2000 (вторая часть, содержащая книги VI-X и находящаяся в печати, доступна в базе текстов «Aristoteles Latinus»: URL: http://clt.brepolis.net/ald/Default.aspx); Aristoteles. De generatione animalium. Translatio Guillelmi de Moerbeka / ed. H. J. Drossaart Lulofs. Bruges ; Paris, 1966. Перевод Феодора Газы: Aristoteles. De animalibus interprete Theodora Gaza. Venetiis, Iohannes de Colonia et Iohannes Manthen, 1476 (GW 2350). Для неизданного перевода Георгия Трапезундского мы использовали флорентийскую рукопись Laur. Plut. 84.9, которая была поднесена папе Николаю V и содержит собственноручную правку переводчика.

23 SperanziD. Identificazioni di mani ... Р. 197.

24 Varr. L. L. VII.5.84.

25 С eis. De med. VII. 18-22, passim. Похожее слово, правда, относящееся к другому склонению, описано также у Феста: «Scortes id est pelles testium arietinorum»

(S. V.).

latináis loqui existimant, scortum dicitur»26. Представляется, что Везалий. пурист латинского языка, ценил лингвистические достоинства перевода Газы и имел в виду именно его и читателей его перевода, упоминая тех, кто «se latinius loqui existimant». Можно было бы предположить, что Газа пользовался кодексом Laur. Plut. 73.1, содержащим форму scortum. но вероятнее, что в его руках была какая-то другая рукопись Цельса — с формой scrotum. Поскольку написание с метатезой, scrotum, ни у кого из древних, кроме Цельса, не встречается. Газа, вероятно, счел такую форму ошибкой рукописной традиции и заменил ее в своем переводе на scortum — форму, прекрасно засвидетельствованную у классических авторов в иных значениях. Хотя Везалий, как кажется, предпочитает вариант Газы, в научной терминологии закрепилась форма scrotum, происходящая из основной части рукописей Цельса, укоренившись в средневековой традиции еще до появления аристотелевского перевода Газы27.

Что касается подготовительных материалов Феодора, то Ricc. 13 — это пока единственная известная рукопись, явно свидетельствующая о работе Газы с текстом Аристотеля. Остается надеяться, что дальнейший поиск книг из его библиотеки поможет найти новые, более значительные следы подготовки перевода «De animalibus».

RIASSUNTO

Una delle traduzioni piü significative eseguite daH'umanista bizantino Teodoro Gaza e la sua versione latina dei tre trattati zoologici di Aristotele. riuniti tradizionalmente sotto il titolo De animalibus. Gaza comincio il lavoro su questa latinizzazione nel 1454 ma la versione fu finita solo negli anni 1470 e vide le stampe per la prima volta nel 1476. Se ci domandiamo, quali fossero state le fonti úsate da Gaza per la traduzione, dobbiamo innanzitutto ribadire il fatto, notato gia dal Poliziano, che Gaza segui in molti casi la latinizzazione precedente dello stesso testo, fatta da Giorgio Trapezunzio.

26 VesaliusA. De humani corporis fabrica libri septem. Basileae, 1543. P. 521.

27 Надо заметить также, что слово lades, использованное Газой для перевода греческого ¡xsasvxspiov, т. е. «брыжейка» (глосса на л. 8, 495Ь31), имело такую же судьбу, как и форма scortum. В научной терминологии Нового времени прижился не тот вариант, который Газа использовал как соответствующий образцам классической латыни, а другой — с точки зрения гуманистов менее правильный, но уже прочно вошедший в употребление. Ведь Газа, очевидно, взял слово lactés из своего классического источника, Плиния, однако в науке закрепилось слово mesenterium — транслитерация греческого слова, использовавшаяся в средние века (ср. в таблице mesenterium в переводе Мербеке).

benché l'avesse criticata brascamente nella prefazione alia versione sua. evidenziandone la bassa qualita del latino e la lontananza dai nuovi standard filologici e linguistici. E' stato ipotizzato recentemente che Teodoro avesse usato puré le latinizzazioni duecentesche ma, comunque, per lui, intento a stendere un testo sulla zoologia in un latino classico ed elegante, privo di ogni traccia della barbarie medievale non solo nella sintassi, ma anche nel lessico, la fonte principale era stata la Storia naturale di Plinio, la cui editio princeps del 1470 Gaza stesso curo insieme a Giovanni Andrea Bussi. Tuttavia. non tutti i termini aristotelici trovavano equivalenti sicuri e precisi nel testo pliniano, per cui l'umanista si sentiva costretto a cercare altre auctoritates su cui appoggiarsi.

L'indagine sulle fonti latine di Gaza puo essere condotta in due maniere: la prima, tradizionale, consiste nella mera analisi filológica del testo della traduzione (e questo lavoro é ora in corso); la seconda, invece, é la ricerca dei materiali manoscritti, usati da Gaza per la preparazione della sua versione. Sembrano, infatti, non impossibili eventuali nuove identificazioni di codici appartenuti al dotto bizantino, poiché é solo nel 2012 che é stata descritta nella sua complessitá la gamma dei registri grafici, impiegati da Gaza per scopi diversi, in particolar modo la sua mano corsiva (David Speranzi. «De' libri che furono di Teodoro»: una mano, due pratiche e una biblioteca scomparsa. in «Medioevo e rinascimento» 23 (2012). P. 319-354). Si e pensato dunque di poter eventualmente rinvenire qualche códice con le glosse di Gaza, usato da lui durante il lavoro sulla traduzione.

Lo studio di piú di due decine di codici temáticamente vicini al De animalibus, provenienti dalla biblioteca del cardinale Bessarione, la quale doveva essere stata a disposizione di Gaza, ci ha fatto constatare l'assenza in essi delle tracce della mano di Teodoro. Un simile risultato si lascia ipotizzare per i codici di un'altra collezione libraría che doveva essere stata accessibile per Gaza per un significativo periodo di tempo, cioé della biblioteca napoletana dei re d'Aragona. E' che la maggior parte dei codici, a giudicare dal catalogo dei manoscritti gia di questa biblioteca, pubblicato da Tammaro De Marinis (La biblioteca napoletana dei re d'Aragona. 4 voll. Milano, 1952-1957). rappresentavano manufatti librari di lusso, che, facendo parte della biblioteca reale, non si prestavano affatto all'inserzione delle postille da parte di un umanista.

Piú importanti pero delle grandi biblioteche accessibili per Gaza, sarebbero per noi i libri appartenuti a lui stesso. Se cerchiamo di raccogliere le scarse nozioni sulla fortuna dei suoi manoscritti, dobbiamo menzionare: a) alcuni codici regalati da Gaza ad Armonio Ateniese, parzialmente passati poi a Lauro

Quirini, i cui manoscritti si trovano ora soprattutto a Firenze (Papanicolaou M. "Ap|iovioc ó 'ABrjvaToç: bibliófilo e copista, maestro di greco e diplomático, in «Bollettino délia badia greca di Grottaferrata» 52 (1998). P. 283-301: P. 284, 290); b) alcuni codici di Gaza capitati tra le mani di Alessio Celadeno {Speranzi D. «De' libri che furono di Teodoro» ... P. 352-354). Ci saranno state comunque anche altre vie di dispersione délia sua biblioteca, ma ció che si sa di sicuro grazie al pervenuto testamento di Gaza e la sua ultima volontà che, per quanto riguarda i libri, considerava due umanisti: lasciava due codici ad Andronico Callistos e il resto a Demetrio Calcondila.

Sembra pero che in realtà Calcondila abbia ricevuto solo una piccola porzione délia biblioteca di Teodoro, mentre la maggior parte dei libri gazei siano capitati nella biblioteca privata di Lorenzo de' Medici. Le tracce del lavoro di Gaza sulla traduzione potrebbero dunque venire a galla nei codici laurenziani. Comunque, vanno controllati anche i codici appartenuti a Calcondila. I loro destini sono studiati poco. Trentadue codici suoi sarebbero stati comperati negli anni 1520 dall'umanista cremonese Daniele Caetani, che in una sua lettera accenna a questo acquisto di libri, «olim Theodori Gazae mox Demetrii Chalcondylii» (. irisi F. Cremona literata, seu in Cremonenses doctrinis, et literariis dignitatibus eminentiores clironologicae adnotationes. Vol. 1. Pannae, 1702. P. 388). Per ora se ne conosce un códice solo, il Corsin. 36.E.26. Piu importante, il núcleo principale délia biblioteca di Calcondila fu legato a suo genero Aulo Giano Parrasio, i cui libri, a loro volta, finirono nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Non esiste pero alcun «fondo calcondiliano» in quella sede.

In ogni caso, quanto ai manoscritti appartenuti a Gaza e poi a Calcondila, concernenti in qualche modo il De animalibus, si conosce per ora un códice solo, il Riccardiano 13.

Infatti, contiene alcuni trattati aristotelici, tra cui VHistoria animalium e il De generatione animalium e reca, a parte le postille di Calcondila, quelle délia mano di Gaza. Il códice, vergato da Manuel «allievo di Costantino Lascaris» nei primissimi anni 1470, è stato minuziosamente descritto da David Speranzi {Speranzi D. Identificazioni di mani nei manoscritti greci délia Biblioteca Riccardiana, in «La descrizione dei manoscritti. Esperienze a confronto». Cassino, 2010. P. 177-202: P. 189-198). Attribuisce la postilla sul margine del f. 2r (un recupero del frammento saltato nei códice, 487bl4-15 dell'Historia animalium), al pugno di Gaza, ed e l'unica traccia délia sua scrittura greca nei códice. Nella scheda del manoscritto, fatta dallo stesso studioso florentino per la database Manus online, si accenna inoltre che a Gaza «si devono anche le note latine in rosso aile cc. 7v-8r e altri saltuari interventi analoghi».

Ci é apparsa molto interessante l'informazione sulla presenza delle glosse latine di Gaza nel códice con le opere zoologiche d'Aristotele e ci siamo messi ad esplorarle. La scrittura latina di queste note ci sembra assai lontana dai campioni conosciuti dalle lettere autografe di Gaza, ma l'attribuzione di Speranzi sembra attendibile: non e improbabile, infatti, che l'umanista bizantino abbia usato dei registri ben diversi tra di loro nella sua scrittura latina, cosi come lo soleva fare con il greco. Le glosse sono sette (cf. tavola). Non с cliiaro perché avesse lasciato solo una correzione greca e solo sette glosse latine in un testo vasto com'é: queste postille si trovano nei posti piü diversi del códice, dal primo libro Aq\YHistoria animalium al terzo del De generatione animalium. Comunque, tutte e sette le glosse latine di Gaza coincidono con le parole úsate nella sua traduzione nei rispettivi posti del testo aristotélico. Sei di queste sette parole sono verosimilmente dei prestiti dal testo pliniano, mentre la parola scortum utilizzata da Gaza per il greco ооуги. «scroto» (glossa sul f. 115v, 719b5), non si trova nella Storia naturale. Ora, in questa accezione anatómica la parola si incontra solo nel De medicina di Celso. Va pero notato che la tradizione manoscritta di quest'ultimo testo ci ha tramandato la lettura con metatesi, scrotum, a parte un solo códice, il Laur. Plut. 73.1, che legge, appunto, scortum. O Gaza aveva tra le mani il Laur. Plut. 73.1 o, piü probabilmente, fece uso di qualche altro códice di Celso, in cui lesse scrotum ma lo considero errare di tradizione e lo corresse, siccome conosceva bene la forma scortum dal suo uso classico nelle altre accezioni. Vesalio testimonia la coesistenza delle due forme e comunica che sono quelli che «se latinius loqui existimant» a impiegare la variante scortum (Vesalius A. De humani corporis fabrica libri septem. Basileae, 1543. P. 521). Sappiamo pero che alia fine «vinse» nella terminologia scientifica la forma scrotum, owiamente perché l'uso di quest'ultima era invalso nel discorso medico latino ancora prima della «correzione» di Gaza.

Adesso stiamo procedendo con la ricerca delle fonti cui Gaza potesse aver attinto. Quanto ai suoi materiali preparatori, il Ricc. 13 rimane per ora Túnico testimonio autógrafo del suo lavoro sul De animalibus. Speriamo che gli eventuali ritrovamenti dei codici appartenuti a Gaza aiutino nel prossimo futuro a rinvenire nuove, piü significative, tracce della sua attivita di traduttore.

КЛЮЧЕВЫЕ СЛОВА

Греческие рукописи в Италии XV-XVI вв., византийские гуманисты. Феодор Газа, Димитрий Халкокондил, зоологические трактаты Аристотеля, переводы с греческого на латынь в XIII-XVbb., история естественнонаучной терминологии. Плиний Старший, Авл Корнелий Цельс.

KEYWORDS

Greek manuscripts in Renaissance Italy, Byzantine humanists, Theodore Gaza, Demetrios Chalkokondyles, Aristotle's zoological treatises, 13th - to 15th-century translations from Greek into Latin, history of terminology in natural science, Pliny the Elder, Aulus Cornelius Celsus.

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