Научная статья на тему 'Невероятная встреча итальянца с Башлачевым'

Невероятная встреча итальянца с Башлачевым Текст научной статьи по специальности «Языкознание и литературоведение»

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Текст научной работы на тему «Невероятная встреча итальянца с Башлачевым»

А. КАЗИЛЛО Милан НЕВЕРОЯТНАЯ ВСТРЕЧА ИТАЛЬЯНЦА С БАШЛАЧЕВЫМ

«Тусовка»1, под этим названием был переведен на итальянский язык один из многочисленных текстов А. Троицкого про русский рок и русскую молодежную культуру. Это название и китч-фотография девушки с разноцветными волосами на обложке привлекли мое внимание в библиотеке кафедры славистики Миланского университета.

Несмотря на ужасную обложку, эта книга оказалась действительно интересной. И хотя из десятка портретов представителей андеграунда восьмидесятых мне тогда был известен только Г ребенщи-ков, я прочел и про остальных «тусовщиков» - П. Мамонова, С. Гундлаха, А. Адасинского... И, конечно, я не мог не заинтересоваться главой под названием «Il rintocco di piccole campane»2 и с эпиграфом:

Io so perche

сашшто su questa terra -questo mi rendera piu facile volare3.

Рядом была фотография худенького молодого человека, смотрящего в объектив с едва заметной улыбкой.

Троицкому в этом случае пришлось делать то, что он вообще делает не часто - говорить не только о себе. Описывая творчество этого молодого человека из Череповца, Троицкий приводил цитаты из его песен.

И я увидел, что передо мной драгоценное сокровище, неизвестное итальянскому читателю, ведь в Италии исследование русской авторской песни остановилось на временах бардов4; и только

1 Troitsky Artemy. Tusovka: Rock e stili nella nuova cultura sovietica. Torino; 1990. перевод Troitsky Artemy. Tusovka. Who’s who in the new soviet culture. London; 1990. Русский текст этой статьи опубликован в «Независимой Газете» (2.07.92) с примечаниями Елены Башлачевой, Евгении Каменецкой и Анастасии Рахли-ной, которые существенно корректируют утверждения Троицкого.

2 Колокольный звон

3

Я знаю, зачем иду по земле.

Мне будет легко улетать.

4 В Италии осуществились несколько изданий Высоцкого и Окуджавы Кроме того, итальянский фестиваль авторской песни «Премио Тэнко» в последние годы был посвящен Высоцкому и Окуджаве.

два года назад появилась первая антология переводов стихов рок-поэтов5 где, как это ни странно, Башлачева нет.

Теперь творчество Башлачева стало предметом моей диссертации. И еще скажу. что переводить Башлачева не просто - очень сложно выразить на другом языке эти глубокие образы, этот уникальный стиль, этот «русский подтекст». Но даже «изувеченная» переводами башлачевская муза, достигнув страны Данте и Леопарди, сделает нас богаче.

II Male

Se non avessimo pazientato, avremmo cantato fino ad oggi.

Ma siamo stati zitti e buoni, risvegliando il male.

La tormenta spazza via i palazzi bianchi.

La testa con la coda annuisce da sotto le pezze.

Il trifoglio e la betulla. Stirpe dei campi.

Il nord ed il gelo. La staffa d’oro.

Argento e lacrime nel vaso asiatico.

E dopo, il principe-vagabondo dal nostro gelo di ogni tempo.

Abbiamo camminato, scalzi nella miniera di diamanti.

Ne hanno uccisi molti, quelli rimasti li hanno incatenati.

Processioni funebri, tende di velluto.

La maledizione, l’applauso e gli speroni di ferro.

Contorti nel dolore, senza fuoco ne pane.

Vodka per una settimana, mal di testa per un anno.

Abbiamo maledetto la nostra pelle e cucito i bottoni sulle costole. Abbiamo sudato per un anno, rimasticando tutto in un ora soltanto.

Abbiamo succhiato le zampe, gli stivali scricchiolano.

Fino al cielo, fermandoci ogni tanto. Fino alla felicita, sotto le fruste.

Su allegri, vagoni! Danze e tintinnii.

Chi ascolta i lamenti delle icone rubate?

Lungo i muri di calcestruzzo, i venticelli della steppa.

Noi, verdi verso l’angoscia. Familiari, parenti.

Miseri buongustai. Orfani bugiardi.

Titanici comandanti dalla bocca mocciosa.

Fumenti ai morti come medaglie ai vivi.

Cio che non hanno preso lo hanno regalato.

Sono nostri o vostri i bicchieri appiccicosi?

Dietro le croci, si agitano i cumuli assonnati.

5 Judina G., Veneziano A. I partigiani della luna piena, i poeti del rock in Russia. Salerno; Milano, 2000.

Reparto n°6

Volevo andare ad Alma-Ata, sono arrivato a Vankuta.

Mi sono fatto i lapti da solo, mi sono iscritto al coro.

Volevo le «belomor», in vendita solo le «tu».

Volevo un telescopio, mi hanno dato un'accetta.

Volevo fumare un po', ma qui e proibito.

Volevo scaldarmi un po', ma il vino e finito.

Volevo chiarire, mi hanno rotto due costole.

Volevo obiettare, ma i capi mi hanno picchiato.

Volevo star da solo, mi e toccato stare in tre.

Speravo di assopirmi, hanno urlato «sveglia!».

Sputo in faccia al servo di nome popolo.

Mi piace BG, non dell'altro.

Volevo volare, mi tocca strisciare.

Mi sforzavo di strisciare fino in fondo, mi bloccavo a meta strada. Mi rigiravo nel gelo. Ma forse in piedi sarebbe stato meglio?

Di questo mi minacciano, da uno a cinque anni.

Volevo urlare, mi hanno ordinato di tacere.

Ho provato a borbottare, ma possono fare la spia.

Volevo imbestialirmi, mordermi e ringhiare.

Ho provato a morire, ma ce l'hanno fatta a rianimarmi.

Potevi anche non riuscirci, grazie capo dei dottori.

Per il fatto che ora non ho voglia di volere.

Psiche sana. Disabituato a bere e mangiare.

Grazie, Bashlachev. Reparto n°6.

Il treno

Non c'e tempo per imbrogliarci, e non c'e niente per cui semplicemente addormentarsi, e non c'e nessuno capace di spegnere il mozzicone.

La mia testa e un incrocio ferroviario.

C'e un cielo intero, ma niente da respirare.

Qui sto stretto, ma non provo a scappare.

Saldamente mi perdo nella rete di righe sbagliate.

La mia testa e un incrocio ferroviario.

Nel nostro gioco le regole sono state infrante,

E io rimando appeso al cavo del telefono.

Guardate, oggi il cappio sulle spalle del torturatore.

Б1шш1 аёёю, рге§а е Гт18е1 рш т &ейа.

ип штШ;о со^а т диа1еЬе аппо,

Ма Ш ш1 Ьа сошргаШ П Ы§11еИо ёе1 гйото.

Её ессо сЬе §1а ш1 рогй П 1е саЫо.

Соп еББо 1п1г1а 1а Б1а§1опе шorta.

Бе1 ёе11е tue а&е псоМапо П шю te1efono, апсЬе Бе ёа tempo е шischiato а11е 1ип§Ье Б1гепе.

ЛЬЫашо bisogno di tacere, ёоро ауег stгetto i ёепй fino

а far ёо1еге 1е teшpie.

11 fi1tro ёе11а sigaretta iшbrattato di sangue.

Viaggio рег i1 сашро шinato ёе11'ашоге.

Vog1io шопге ogni giomo tra 1е tue braccia.

Но bisogno а1шепо ипа vo1ta di шorire №а 1е tue braccia.

Лшоге, е ипа раго1а siшi1e аё ипа bugia.

Ипа spi11a ёа диайго so1di appuntata su11a ре11е.

Ип vagone ristorante agganciato а11а terza c1asse.

Е pesino 1'ашоге поп а^а а tirare i1 &епо di eшergenza.

Лшоге, е ип regista соп ипо sguardo meravig1iato,

СЬе gira ип fi1ш соп ип Йпа1е triste,

Ма рег noi fa 1о stesso, vo1evamo а ta1 punto guardare 1о schermo.

Лшоге е 1а mia casa stregata,

Е due регеопе, сЬе dopotutto dorшono апсога 11.

1п via «Бассо е Vanzetti» 22, а casa шia.

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Ього dorшono апсога, ша si псоМапо апсога 1е раго1е.

Ип pazzo te1egrafo notturno 1i cog1ie.

Лшоге, е ci6 su cui Ьо torto е ragione.

Е so1o 1'ашоге шi da questo diritto.

Лшоге, соше ип сагШоп de11e оге сЬе restano,

Е' П terrore persistente deg1i indirizzi акгш.

Ь'ашоге е i1 so1e сЬе porta а1 traшonto.

Лшоге, sono io, i1 tuo шi1ite ignoto.

Лшоге, е 1а neve ed i1 шиго chiuso.

Лшоге, е qua1che goccia di vino.

Лшоге, е i1 treno «Sverd1osk-Leningrado»

е гкогпо.

Amore, e il treno di arriva e ritorno indietro.

Non c'e tempo per imbrogliarsi.

E non c'e niente, per cui semplicemente addormentarsi. E non c'e nessuno capace di spegnere il mozzicone.

La mia testa e un incrocio ferroviario.

II tempo dei campanelli

Abbiamo viaggiato a lungo, col gelo e con l’arsura. Abbiamo sopportato tutto, e siamo rimasti liberi. Abbiamo divorato la neve e la kasa di betulla.

Siamo cresciuti alti come campanili.

Quando piangiamo non lesiniamo il sale.

Quando c’e festa, dolci zuccherati.

I campanari con i calli neri.

Hanno lacerato i nervi dell’amplificatore di bronzo.

Ma ogni giorno, i tempi cambiano.

Le cupole hanno perso il loro oro.

I Campanari vagano per il mondo.

Le campane buttate giu, spaccate.

Perche ora giriamo in tondo

Nel nostro campo - come clandestini?

Se non hanno fuso campane per noi, significa che questo e il tempo dei campanelli.

Tu suona, cuore sotto la camicia!

In fretta e furia - i corvi alla rinfusa.

Ehi! Porta fuori i cavalli con le redini e scatteranno in tutte le direzioni.

Per quanto tempo i cavalli non sono stati ferrati, neanche una ruota infangata.

Niente frusta. Le selle rubate.

E da tempo i nodi sono sciolti.

Ma nella pioggia, tutte le strade portano all’arcobaleno. C’e una disgrazia. Non fa ridere?

Ma se c’e una campanella sotto l’arco, allora vuol dire, carica... andiamo!

Cominciamo a far rumore, fischiare, cantare!

Penetra fino alle ossa, fino alle estremita.

Ehi! Fratelli! Sentite con il fegato

П riso terribi1e de11e сашрапе11е russe?

Рег seco1i шastichiaшo 1е ma1edizioni соп 1е preghiere.

Рег seco1i viviaшo соп g1i occhi strappati.

Dormiaшo е beviaшo. Giorno dopo giorno. Litro dopo 1itro.

Коп сапйашо piй. Коп siaшo рш abituati.

Лspettiaшo da teшpo. ТШй caшшinano sporchi.

Рег questo siamo diventati tutti ugua1i, ша sotto 1а pioggia ci scopriaшo diversi.

Рег 1а шaggior parte onesti, buoni.

Cosi 1а grande е andata in pezzi.

Кoi siamo venuti соп 1е chitarre пеге.

Da quando i1 big-beat е П госк ‘п’ го11 а Ьаппо incantato dai priшi со1рь

Е nei cuori - scinti11e di е1ейпска.

Cappe11i пе11а neve - tirate su i1 vo1ume.

Яоск ‘п’ го11! G1orioso paganesimo.

10 ашо i1 teшpo de11e picco1e сашрапе.

I ГипегаН del ЬиЙопе

Guardate: 1е zaшpe di abete rodono 1е шie шаш.

La resina ca1da di cande1e su11a шia caшicia.

Ке1 ba11o ruшoroso, i pag1iacci шuoiono di noia пе11е risate dei 1ассЬе di corte е nei sospiri de1 boia.

11 cava11ino stancamente si intreccia ai cuшu1i di neve.

Oggi i caшpane11ini de1 шio сарре11о tacciono.

La comoda scato1etta de11a шia bara mi va stretta.

Но vog1ia di fuшare ша nessuno шi da ипа sigaretta.

11 pretino соп 1е guance peste si trascina fuori рег i1 саго estinto.

Deшjan i1 carpentiere сЬе mi Ьа fatto 1а сгосе, е ubriaco соше seшpre, аЬ по! Guarda ип ро’, е sobrio...

L,attore vagabondo Ьа to1to 1а sua шaschera.

11 шaggiore de11a Guardia si е to1to 1’е1шейо.

La signora со1 ve1o е gonfia di pianto.

Ип сапе spe1acchiato и1и1а triste.

Ehi, diacono, prega рег 1а sa1vezza de1 teшpio!

Ehi, signora, регсЬе сопйпш а piangere?

Кei vostri оссЫ, questo vecchio е noioso dramma diventa а росо а росо ипа nuova divertente barze11etta!

Io prendo e resuscito! Cosi vi divertirete.

Ecco, non voglio morire, tutto qua.

Portate una botte di risate scelte e forti!

Berremo e mangeremo parole croccanti e salate.

Birra schiumosa nella lampada del prete.

Le sue gote stanno gia meglio.

Demjan balla con la mia croce.

Ehi tu carpentiere!

«Si, sono giu ubriaco».

L’attore mescola l’alcool con il trucco.

Il maggiore coraggioso tracanna.

La signora col velo e il cane allegro si baciano appassionatamente.

Le zampe di abete vogliono leccare le mia mani.

Ma io le brucio nel fuoco che cresce dal moccolo delle candele.

Ma chi vi ha detto che i buffoni muoiono di noia?

Suona, mio campanello! Lavora mascalzone, non tacere!

Ho scritto la mia dichiarazione di morte con il vino rosso.

La ragione della mia assenza: ho bevuto. Dove si va ubriaco?

Le serve del diavolo sono venute da me due volte.

La terza volta sono crollate ed hanno fatto la colletta per qualche rublo.

La stessa vecchietta cieca e venuta da me di notte.

Mi abbaglia con la falce e rude dice: e ora!

Ma io mi avvicino e le grido la stessa cosa nelle orecchie, che le sue ossa hanno tremato dalle risate fino alla mattina.

Il pretino canta nel sonno:

«gira gira vecchia trottola!»

Il carpentiere disonora Cristo:

dorme sulle tavole della mia croce, sporche di vomito.

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L’attore ed il maggiore russano in coro.

La signora col cagnolino sono usciti nella pineta scura.

La vecchia da tempo trema davanti al falo,

Ma io mi alzo di scatto e le dico seccamente:

E’ ora!

Autunno

La notte sputa di nero sui vetri.

L’’estate e andata, che vada al diavolo.

Sogni dalle coperte.

Sotto un severo cappotto dorme il paese del nord.

Dove sei priшavera?

Di cosa sei шa1ata?

Лutunno: bacche di ^ЬЬш ve1enose.

Лutunno: i1 tuo cadavere 1ussurioso accanto. Tutte 1е mie canzoni di Lug1io е di Лgosto Бопо creшate da11’autunno.

Lei е cosi ge1osa пе1 гио1о di шia шog1ie.

Tabacco umido. Tosse.

11 cie1o соше ип serbatoio sшa1tato pieno di ка§а. Е di шattina, ргорпо su di ше Goccio1a i1 рш arrugginito.

Si vede, апсЬе Dio si е divertito in priшavera.

Е’ teшpo di 1asciare i nidi.

Е’ teшpo di сашЫаге 1е ste11e.

Ма 1е ste11e, sognando di vo1are соше g1i ucce11i, cadono so1o verso П basso.

Ovunque 1’autunno fa 1о strip-tease.

I cava11i sognano s1itte ve1oci.

Бопо stufi de1 сагго.

Сашро, di pu1ite, seшp1ici 1е^ио1а di neve.

Chi сигега е fascerа 1е nostre ferite?

СЫ ci шetterа i punti?

1о 1о so: 1’invemo, пе1 гио1о de11a шia vedova. Sigпoгa

Stanotte fa ип freddo сапе,

Лрп signora, ad ип ex-so1dato,

Lasciami sca1dare, sono coшp1etaшente ge1ato,

II пешюо Ьа bruciato 1а mia casa natia.

Dopo i1 segno de11a сгосе,

1п si1enzio mi offri 1о sgabe11o,

Е sistemi i1 saшovar su1 tavo1o Би11а tovag1ia pu1ita ed inaшidata.

Metti 1е pagnotte пе11а stufa,

Sistemando1e соп ипа 1unga ра1а.

Vai пе1 ripostig1io, tintinnano 1е chiavi.

Е ritomi соп i1 Шо шezzo 1itro piй саго.

1о suono 1а tua fisarmonica.

Strappandote1a da11'aniшa.

- РегсЬе stai seduta, соше un'icona?

Л11ога dai, ba11a, ba11a, ba11a...

Quando l'alcool fa girare la testa,

E «Il giorno della vittoria» non riesco piu a finirla, Allora mi adagi sul letto,

E lentamente ti stendi sul bordo.

Ma dopo un'ora mi giro verso il muro.

Borbotto con un sorriso colpevole.

- Io non sono un soldato... Perche mi hai creduto? Ho inventato tutto, anche la casa natia.

E da lei c'e tutto, l'orologio e l'aspirapolvere.

E da lei si sta abbastanza comodi.

Ti ho presa in giro, non morivo dal freddo.

Abito a tre minuti da qui.

Il vero motivo della mia visita

Era andare a letto con la mia vicina-vedova.

E tu rispondi: Non fa niente...

E silenziosamente inclini il capo.

Ed ecco ad un tratto capisco qualcosa,

E di qualcosa seriamente mi dispiaccio.

Ti abbraccero piu forte E ti riscaldero, fino a scaldarmi.

Si, ti abbraccero piu forte E saro figlio, marito, padre e fratello.

Dopotutto e dura per un uomo solo,

Dopo che il nemico ti ha bruciato la casa natia.

Via dai blocchi!

Mano sulla spalla, stampa sull’ala.

Nella baracca dei problemi, e il giorno del bagno. Quaderno fradicio.

So perche cammino sulla terra.

Mi sara piu facile volare.

In tre minuti, il ballo delle statue di cera.

In Quattro, la morte.

Da sette pelli strappate, un pezzo di lana.

Quanto voglio vivere? Non meno di quanto voglio cantare. Lega il mio filo in un nodo.

Freddo aprile. sogni caldi.

E i virus di note nel sangue.

E ogni obiettivo della prossima guerra Ride e aspetta l’amore.

Il nostro medico scalda la sua siringa di sole.

E gli aghi dei raggi di nuovo trovano il mio sangue. no, non piangere, siediti e guarda Come l’amore mi attraversa la gola.

Afferralo con la bocca, i bicchieri sono pieni. L’accordo silurante, fino al fondo.

Il manifesto dell’ultima primavera dondola dal quadrato della finestra.

Tempia bucata. Onda cieca.

Capiscilo, non e mai tardi per toglierti la corazza. Baciando un pezzo di ghiaccio del trofeo, Silenzioso vado verso il fuoco.

Noi, bastardi dei topi. Noi, figliastri degli uccelli. Uno su tre, e un proiettile.

Siediti e guarda il principe nucleare Che porta la frusta sul trono.

Non piangere, non dispiacerti, perche dispiacersi? Vedi, sei come me, orfano.

E allora? Coraggio! Abbiamo bisogno di volare! Allora via dai blocchi! Via dai blocchi!

Alta marea

E' giunta l'ora dell'alta marea.

Ci siamo sparsi, tuffati.

Alcuni ce l'hanno fatta, altri sono spariti.

I restanti sono annegati.

Strisciando io e te siamo scappati.

E abbiamo dormito sulla secca.

Siamo nel picchetto d'onore.

Nessuno ha bisogno di noi.

E nessuno ci sta cercando.

Lo sciabordio dell'onda di ieri Aumenta il tono comune.

Abbiamo il tempo per nuotare verso le nuvole. Abbiamo il tempo di sdraiarci storditi Dalla musica dei Rolling Stones.

Disperatamente stupida.

Cominciando a nuotare ed a restare a galla per primi. Mentre ci apriamo la scatola cranica.

A. Ka3unno

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Come un barattolo di conserva.

Ci siamo sparsi sulla sabbia.

E ai vermi si intrecciano Pensieri, capelli e nervi.

Questa e una stagione morta.

E tutto cio che ci resta.

Un sogno letargico.

Umiliante come la vecchiaia.

Cinque copechi per un cent.

Sono gia impotente.

E questo e peggio di essere stanchi.

Diciannove toppe.

Blue Jeans consumati, diventati bianchi. E i nostri stipendi modesti.

Bastano solo per gli aborti.

Ma come prima risuonano E come prima ubriacano.

Gli accordi primitivi.

E' giunta l'ora dell'alta marea.

Ci siamo sparsi, tuffati.

Alcuni ce l'hanno fatta, altri sono spariti. I restanti sono annegati.

Strisciando io e te siamo scappati.

E abbiamo dormito sulla secca.

Siamo nel picchetto d'onore.

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